FESTE E FOLCLORE   ●   CAPIZZI

Corse sfrenate e riti propiziatori per la festa di San Giacomo a Capizzi

© Testo e foto di Vincenzo ANSELMO

Capizzi, piccolo borgo dalle remote origini, nel mese di luglio diviene teatro di sfarzosi festeggiamenti in onore del patrono San Giacomo Apostolo Maggiore. Anche se le celebrazioni iniziano già all’alba del primo di luglio, con lo sparo di mortaretti, e procedono nei giorni a venire con la novena, la processione del vessillo di Pietro II d’Aragona e la processione della reliquia di San Giacomo - il dito di una mano che la leggenda vuole sia stato portato a Capizzi da un crociato - il momento culminante, e allo stesso tempo più spettacolare, si raggiunge nel tardo pomeriggio del ventisei di luglio quando il simulacro e la reliquia del Santo vengono portati in processione di corsa.
Domenica delle Palme a Gangi: preparazione della grande palma. Intorno alle 17.00, in un’atmosfera di euforia e gioia collettiva, la statua di San Giacomo viene prelevata dall’altare principale dell'omonima chiesa e collocata sulla vara. A questo punto i portatori danno inizio ad una serie di corse, avanti e indietro per la navata principale della chiesa, che si protraggono per più di un’ora. Poi, all’improvviso, al tintinnio di una piccola campanella portata dal prete, tutti partono di corsa e, tra lo sparo di mortaretti, il suono di allegre marce intonate dalla banda, le invocazioni dei fedeli, la pioggia di multicolori bigliettini con inni al Santo, le urla di gioia e il battimano di tutti i presenti, escono fuori precipitandosi, letteralmente, giù per i pochi gradini che separano il piano di calpestio della chiesa da quello della piazza.
Domenica delle Palme a Gangi: preparazione della grande palma. Tutt'intorno, tra la folla, aleggia un'atmosfera di gioia, allegria, ma anche di confusione perché si spinge da ogni parte e per vari motivi: per lasciare lo spazio necessario affinché la vara con San Giacomo possa passare; per guadagnare un posto che dia migliori possibilità di osservare la processione; o ancora perché rimasti sbalorditi da quanto già visto, soprattutto tra i visitatori che qui sono giunti per la prima volta e non conoscono gli sviluppi della cerimonia, si cerca di guadagnare una posizione che sembri meno pericolosa. Dopo un attimo di relativa tranquillità, nel corso della quale la vara si fa strada tra la folla, di nuovo di corsa giù all'impazzata per la gradinata di via Progresso e poi ancora per gli stretti vicoli verso la parte bassa del paese. La vara con il Santo sembra fluttuare sopra la folla e scendere velocemente con continui soprassalti, come un gommone in un torrente in piena. È incredibile notare come questi uomini, addossati l'uno all'altro, possano riuscire in un'impresa del genere senza inciampare o urtare negli spigoli delle case, così come si rimane sbalorditi dal fatto che la vara, pur muovendosi velocemente, pur pendendo continuamente da una parte e dall'altra, riesca a mantenere un certo equilibrio.
Anche se tutto ciò sembra affidato al caso, “ai miracoli di San Giacomo”, sono diversi gli accorgimenti presi affinché il tutto possa svolgersi nei migliori dei modi: un devoto è posizionato sulla vara per allontanarla con forza dai muri delle case ogni volta che vi si avvicina minacciosamente; sei lunghe corde, detti lazzuni, che pendono dall’architrave, sono tirate all’indietro o in avanti a seconda se si sta affrontando una discesa o una salita; quattro grossi anelli di ferro, posti alle estremità delle stanghe che sorreggono la vara, sono utilizzati come timone.
Domenica delle Palme a Gangi: preparazione della grande palma. Lungo il percorso processionale il Santo viene fatto sostare davanti alle chiese, mentre di tanto in tanto ritorna per brevi tratti indietro, o si accosta a balconi gremiti di fedeli per ricevere in dono denaro, caciocavallo e tovaglie decorate a mano da abilissime ricamatrice, offerte che vengono appese direttamente sulla vara.
Raggiunta la periferia meridionale del paese - contrada Pietra Perciata - il Santo effettua una lunga sosta nel corso della quale i portatori ne approfittano per riprendere le forze rifocillandosi con vino e "mustazzola".



La località anticamente era sede di una ventosa aia molto frequentata da contadini intenti a trebbiare cereali e legumi. La visita del Santo era quindi molto attesa perché in quell'occasione si benedivano i campi, si propiziava un raccolto sempre migliore e, allo stesso tempo, si ringraziava San Giacomo per il raccolto ottenuto, visto che i festeggiamenti coincidevano con la fine della raccolta del grano.
Dopo la sosta, la processione riprende, ancora una volta di corsa, inerpicandosi per le tortuose e in qualche caso strettissime vie dove la vara di continuo sfiora le mura delle case. I portatori sembrano proprio non sentire la stanchezza, nonostante ormai siano passate diverse ore da quando hanno iniziato le prove di corsa in chiesa. Al suono della piccola campanella portata dal parroco, si parte: aprono il corteo i fedeli; seguono i suonatori della banda, sfiniti (qui devono avere fiato, oltre che per suonare, anche per correre); poi il parroco, anch'egli spossato dalle corse e dalla ripida salita; i devoti con la vara e il resto dei fedeli.
Domenica delle Palme a Gangi: preparazione della grande palma. È strano notare cosa succede in questi vicoli stretti e in ripida salita. I portatori corrono, nonostante la pesante vara, corrono e spingono coloro che si trovano davanti e che, a loro volta, spingono gli altri. Ecco che qualche componente della banda smette di suonare perché non c'è la fa più, qualcun altro smette perché costretto ad alzare in aria lo strumento per guadagnare spazio tra lui e gli altri. Anche tra i fedeli c'è chi non riesce a sostenere il ritmo di corsa di chi gli sta dietro e quindi non vede l'ora di incontrare un vicolo, un'altra via attraverso cui ci si può svincolare per poi riprendere la processione, con calma, in un punto più avanti. Ma i portatori, nonostante siano segnati sul viso da smorfie di dolore e fatica, continuano nella loro corsa.
Raggiunta la piccola piazza dei Miracoli, dove prospetta la chiesa di Sant’Antonio, insufficiente a contenere l'immensa folla di fedeli e visitatori, i portatori, stremati dalla fatica, bagnati dal sudore, tra gli incitamenti della folla, prendono la rincorsa e scagliano, a mo' di ariete, le stanghe della vara contro il muro di una piccola casa. Questo è un momento non privo di rischi - diversi sono stati negli anni gli incidenti - visto che la folla solo a stento, e appena in tempo, riesce a spostarsi tra le spinte che provengono da ogni parte lasciando a malapena lo spazio necessario a che la vara possa passare. Gli assalti si ripetono due, tre, quattro volte e molto di più, sino a quando, cioè, non riescono ad abbattere il muro della casetta.
Il popolo attribuisce a questo rito un valore magico-religioso. Ogni colpo corrisponde ad un miracolo, ad una grazia che il Santo effettuerà nel corso dell'anno, così come dall'apertura del varco sul muro della piccola casa si ricaveranno degli auspici per l'anno a venire.
Domenica delle Palme a Gangi: preparazione della grande palma. Diverse sono le leggende fiorite attorno a questo rito. Basta chiedere delle informazioni ai capitini per sentirsi dire che la modesta casa sarebbe stata abitata dal fratello del Santo; oppure che qui, per molti anni, sarebbero state custodite le reliquie di San Giacomo, o, più comunemente, che in questo luogo sarebbe esistito un tempio dedicato alla dea Cibele poi distrutto dal Santo, e che quindi il rito simboleggerebbe la vittoria del cristianesimo sul paganesimo. Da un esame più approfondito, e questa è l'opinione di molti studiosi, nel rito è possibile leggere la trasfigurazione delle falloforie greche che nell’antichità venivano celebrate per propiziare la fertilità.
Abbattuto il muro della casa, la processione riprende sempre in salita e, raggiunta la Chiesa Madre e poi la periferia settentrionale del paese, si dirige verso la chiesa di San Giacomo per riportare, intorno alle 22:30, la reliquia e il simulacro del Santo nella sua chiesa, cosa che avviene, ancora una volta, in un modo del tutto originale e in un'atmosfera di profonda euforia e gioia: di corsa e al suono di un'allegra marcia che deve essere gradita alla maggioranza dei portatori, cosa per niente semplice.

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Luglio 1997 - ultima revizione luglio 2008







COME RAGGIUNGERE CAPIZZI

Pera raggiungere Capizzi in automobile da Palermo si segue prima la A19 1 poi la A20 fino all’uscita di Santo Stefano di Camastra. Da qui si segue la SS 113 in direzione di Messina e poi, raggiunto il bivio per Caronia, si segue la SP 168. Da Messina seguire la A20 fino all’uscita di Sant’Agata Militello, la SS 113 in direzione di Palermo e raggiunto il bivio di Caronia salire per la SP 168. Da Catania seguire lautostrada A19 fino all’uscita di Agira. Poi procedere su una serie di strade provinciali in diresione di Agira, Gagliano Castelferrato e la SS 120. Ragginto il bivio con la SP 168 si sale fino a Capizzi.




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