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Il misterioso Tempio di Diana, tra supposizioni e realtà archeologiche

© Testo e foto di Vincenzo ANSELMO

Se il Tempio di Diana è il monumento più famoso che si trova sulla rocca, l'opera architettonica più antica è la cisterna inglobata proprio all'interno del tempio. Secondo alcuni studiosi la cisterna fu sede di un culto locale delle acque e l'impianto risalirebbe ad età protostorica (IX secolo a.C.). Essa risulta scavata in parte nella viva roccia e chiusa con una copertura di tipo dolmenico formata da una serie di lastroni di pietra calcarea di grosse dimensioni.
Colonna su cui poggia la copetura dolmenica della cisterna Questi poggiano sui bordi della cavità e su un architrave che, a sua volta, grava su una colonna centrale formata da blocchi di pietra sovrapposti dalla forma cilindrica.
Il tempio, invece, fu costruito, impiegando grossi blocchi di pietra, in periodi successivi. Questo originale edificio, se da un lato ha affascinato i viaggiatori di ogni tempo - fu l'unico monumento non classico cui Jean Houel, durante il suo viaggio in Sicilia, dedicò una tavola illustrata - dall’altro Colonna su cui poggia la copetura dolmenica della cisterna lato ha creato non pochi problemi agli studiosi impegnati per stabilirne il periodo di costruzione e la destinazione d’uso. Secondo i dati emersi in seguito a numerosi studi e a diverse indagini archeologiche condotte sul campo, il tempio fu realizzato in due periodi diversi ad iniziare, escludendo naturalmente la cisterna che come abbiamo già visto risale al IX secolo a.C., dal V secolo a.C.
Nella prima fase venne realizzata la struttura sino all’altezza dell’architrave. Questa parte è facilmente riconoscibile per la tipologia costruttiva adottata, che vede l’impiego di grossi blocchi di pietra di forma irregolare e con la faccia esterna solo parzialmente sbozzata.
Ad un secondo periodo è da attribuire, invece, la parte sommitale, costruita impiegando sempre grosse pietre ma questa volta ben squadrati. A questo periodo viene fatto risalire anche l'uso degli architravi e degli stipiti modanati presenti sia nell’ingresso principale che nelle due porte interne. Proprio a seguito di un attento esame della tipologia delle modanature degli architravi, degli stipiti e dei capitelli, gli studiosi hanno collocare questo intervento al II secolo a.C. L’originale impianto dell’edificio risale, quindi, al periodo in cui sulla costa veniva impiantata la fortezza di Kephaloidion.



Ma quale fu la sua funzione? Perché venne costruito in questo luogo, e lontano da ogni centro abitato? Sono proprio questi interrogativi che hanno sollevato numerosi dubbi tra gli studiosi e aperto molte discussioni.
Prospetto del Tempio di Diana Per molti anni l’edificio è stato avvolto da un’aura di mistero. La tradizione locale lo ha da sempre identificato come il Tempio di Diana. Qualche studioso lo riteneva il Palazzo dei primi re di Kephaloidion. Molto probabilmente, però, si tratta di un santuario-fortezza. A questa conclusione sono giunti alcuni studiosi dopo aver attentamente interpretato alcune delle caratteristiche dell’edificio. Infatti, data per scontata la funzione sacra, connessa almeno all’esistenza della cisterna, l’edificio, per la posizione che occupa, ideale per controllare chiunque potesse arrivare dal mare, e per la particolare tipologia costruttiva, molto simile a quella adottata per le fortezze, si pensa che abbia svolto anche una funzione difensiva e di avvistamento.
La funzione sacra dell’edificio, però, molto probabilmente non fu mai abbandonata. Ciò lasciano supporre le due chiesette che vi furono impiantate all’interno e al di sopra, durante la dominazione bizantina. Di queste chiesette si possono ammirare ancora oggi diversi avanzi tra cui, sulla parte sommitale dell’edificio, una suggestiva abside.

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Marzo 2009


BIBLIOGRAFIA:
  • AA.VV., Cefalù, supplemento al n. 6, anno 5, di «Kalós – arte in Sicilia», nov./dic. 1993, Edizioni Ariete, Palermo, 1993.
  • DI FRANCESCA Giuseppa, Cefalù, in «Città da scoprire. Guida ai centri minori», vol. 3, Touring Club Italiano, Milano, 1985.
  • TULLIO Amadeo, Saggio sulla topografia e sulle antichità di Cefalù, in «Kokalos», XX, 1974.
  • TULLIO Amadeo, Memoria di Cefalù - Antichità, Ed. Kefagrafica, Palermo, 1994.





COME RAGGIUNGERE IL TEMPIO DI DIANA

Dal suggestivo centro della cittadina di Cefalù seguire il percorso pedonale che sale sulla vetta della Rocca (vedi itinerario sulla Rocca di Cefalù). Il tempio dista, da Piazza Garibaldi, circa 650 metri ed è posto a circa 150 m slm

ORARI DI APERTURA ED ALTRE INFORMAZIONI

Il tempio si trova all'interno del Parco della Rocca che rimane aperto tutti i giorni nel seguente orario: da aprile a ottobre dalle 9:00 alle 19:00; da novembre a marzo dalle 9:00 alle 16:00. Ultimo accesso un'ora prima della chiusura. Ingresso al parco: € 4,00


QUANDO ANDARE

Tutti i periodi dell'anno vanno bene per una visita al tempio. Naturalmente una giornata tersa, di primavera o autunno, e la giusta luce fanno la differenza.




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UFFICIO TURISTICO
Corso Ruggero, 77 - 0921 421050. Aperto da lunedì a sabato dalle ore 8:00 alle 20:00

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