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La Quacella, giardino botanico delle Madonie

© Testo e foto di Vincenzo ANSELMO

La Quacella, zona montuosa delle Madonie situata a nordest della cittadina di Polizzi Generosa e a sud della stazione sciistica di Piano Battaglia, rientra sicuramente tra le aree di maggiore interesse naturalistico della Sicilia. Dell’area, articolata e dal notevole fascino paesaggistico, fanno parte: il Monte Quacella, che si erge subito a nord del Vallone Madonna degli Angeli (località molto nota poiché ospita molti dei 30 esemplari, unici al mondo, di Abies nebrodensis); l’Anfiteatro della Quacella, ricco di guglie, pinnacoli, canaloni e ghiaioni, che si estende, a semicerchio, da Monte Mùfara a Monte Quacella; l’ampia area detritica posta alla base dell’anfiteatro naturale e generato dall’incessante opera di erosione della roccia delle pareti soprastanti.
Scorcio delle Serre della Quacella e tratto della faggeta che ammanta le pendici di Monte Mùfara I panorami che il luogo dispensa richiamano in mente immagini alpestri. Non a caso, agli inizi del secolo passato, un illustre botanico palermitano, Michele Lojacono Pojero, scrivendo delle “serre della Quacella” le ha definite “Alpi siciliane”.
La Quacella, se si esclude una piccola area sottoposta a rimboschimento nella metà del Novecento, facendo largo uso di conifere, si presenta spoglia. I motivi vanno ricercati, principalmente, nelle proibitive condizioni ambientali e nella precaria stabilità del suolo. Un'eccessiva ventosità unita a inverni freddi, un’elevata escursione termica tra giorno e notte e precipitazioni quasi del tutto assenti in estate, fanno di questo luogo uno degli ambienti più selettivi delle Madonie. Non a caso, la quasi totalità delle specie vegetali presenti sono altamente specializzate: si tratta, perlopiù, di piante di modeste dimensioni con un apparato radicale alquanto sviluppato, caratteristiche che gli consentono di resistere ai forti venti, superare la calda e secca stagione estiva e, soprattutto, di attecchire nei ghiaioni, in continuo movimento, o nelle sottili fessure delle rupi.
Le serre della Quacella ed in primo piano i pendii ricoperti da erbacee ingiallite dalla calura estiva Quasi del tutto assente sono le specie arboree. I pochi nuclei pionieri di faggio sono distribuiti nei ghiaioni ormai consolidati che si alternano alle rupi o che si stendono alla base delle “serre”. Più estesa, invece, la formazione della faggeta alle pendici di Monte Mùfara. Pochi e sparsi qua e là gli esemplari di biancospino di Sicilia, sorbo montano e pero corvino. Cosa del tutto diversa si verifica sul versante meridionale di Monte Quacella dove i pendii sono ricoperti da una fitta lecceta. Ciò è di grossa rilevanza naturalistica in quanto il leccio, quercia mediterranea che in genere vegeta fino a 1000 metri, qui si spinge oltre i 1700 metri, raggiungendo il suo massimo limite altitudinale.
I faggi che colonizzano parte dei suoli detritici alla base delle Serre della Quacella Tra le tante piante che crescono in questi luoghi apparentemente spogli, alcune sono endemiche, con una distribuzione limitata alla sola Quacella o a pochi altri ambienti delle Madonie o della Sicilia. Tra queste si segnala l’astragalo dei Nebrodi, pianta cespugliosa simile all’astragalo dell’Etna che colonizza gli ambienti più estremi della Quacella e delle aree limitrofe (massiccio del Carbonara e dei Cervi) a partire dai 1200 metri. La pianta, localmente nota con il nome di spinapuci, ha un portamento strisciante ed è fittamente ricoperta da foglioline lanuginose dal colore grigio-cenere terminanti con delle spine. Un altro endemismo dal portamento simile all’astragalo dei Nebrodi è la ginestra di Cupani, pianta spinosa che in primavera, durante il periodo della fioritura, impronta di un bel giallo i sassosi pendii. Le due piante svolgono, insieme al ginepro comune, altra pianta cespugliosa e spinosa, un importante ruolo di consolidamento del suolo limitando notevolmente gli effetti dell’erosione.



Tra le altre piante endemiche si ricordano: il cardo di Boccone, dal bel fiore di colore porporino, molto simile al cardo umile diffuso su alcuni monti della Spagna Orchidea Farfalla (Orchis papilionacea) e dell’Algeria; l’alisso dei Nebrodi, una piccola pianta che nel periodo della fioritura, tra maggio e giugno, si ricopre di un gran numero di fiorellini gialli; il lino delle fate siciliano, una graminacea con lunghe reste flessuose, ricurve e piumose, esclusiva della Quacella. Particolarmente diffuso e bello da vedere il lino di montagna, una specie riscontrata, oltre che sulle pendici della Quacella e del versante meridionale del Carbonara, su alcuni monti della Grecia e dell’Algeria a testimonianza di antiche connessioni terrestri esistenti tra la Sicilia i Balcani e l’Africa del nord.
Si segnalano inoltre: la stregonia siciliana, localmente nota con il nome di erva da muntagna, le cui foglie, in passato, venivano utilizzate da pastori e boscaioli come emostatico; la saponaria siciliana, pianta con saponina, leggermente appiccicosa, che si ricopre di numerosi fiorellini di colore rosa intenso nella tarda primavera; la viperina stellata, specie erbacea ricoperta da una fitta peluria; il giaggiolo siciliano dai fiori viola o giallo, presenti anche in Puglia; la peonia, dai spettacolari fiori, chiamata rosa di muntagna, e poi l’Iberide di Pruiti, la campanula graminifolia, l’arenaria grandiflora.
In quest’area è possibile riscontrare anche una buona parte delle orchidee presenti nelle Madonie. Tra le più diffuse: l’orchidea farfalla, l’orchidea screziata siciliana, l’orchidea italica, l’orchidea quadripuntata, l’orchidea ometti, l’ofride gialla e l’ofride azzurra.
Monte Mùfara e l'attacco dell'Anfiteatro della Quacella Un vero giardino botanico, quindi, meta di numerosi appassionati soprattutto nel periodo primaverile quando le piante, dopo il riposo invernale, ritornano a nuova vita, ognuna mostrando il meglio di sé.
L’area può essere raggiunta facilmente percorrendo la SP 119 che collega, dopo aver attraversato proprio la parte più a valle della Quacella, Polizzi con Piano Battaglia. Basta quindi effettuare delle soste lungo la strada per ammirarne le bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Se però si vuole godere appieno dello spettacolo, si consiglia di addentrarsi nell’area.
Una prima possibilità viene offerta dalla strada sterrata, chiusa al transito degli autoveicoli, che si diparte dal km 8,3 della SP 119 (vedi l’itinerario 2 della guida Madonie a piedi). Basta superare il cancello, tramite uno dei passaggi laterali, ed iniziare una piacevole passeggiata. Il primo tratto si sviluppa in mezzo al bosco di conifere impiantate dall’uomo. Il percorso si fa decisamente più interessante non appena si supera l’area boscata. Continuando si può godere di stupendi paesaggi che spaziano dal Vallone Madonna degli Angeli, al Monte Scalone e fino all’abitato di Polizzi Generosa e l’area collinare interna della Sicilia Centrale. Volendo si può proseguire per un sentiero che consente, in pochi minuti, di raggiungere e ammirare qualche esemplare di Abete delle Madonie (Abies nebrodensis) uno dei più importanti endemismi di tutta la Sicilia.
Anfiteatro della Quacella Un’ulteriore possibilità viene offerta dalla strada sterrata che si diparte dal km 10,3 della SP 119 (vedi l’itinerario 1 della guida Madonie a piedi). Seguendo il tracciato, e poi a vista verso le pendici delle “serre”, si possono scovare, tra la vegetazione di tipo erbacea, numerose piante endemiche o rare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Aprile 1997 - ultima revisione febbraio 2019


LETTURE CONSIGLIATE:
  • AA.VV., Il Parco delle Madonie, Edizioni Arbor, Palermo, 1993.
  • AA.VV., Le perle verdi della Sicilia, Edizioni Arbor, Palermo, 1990.
  • ALAIMO Francesco, Parco delle Madonie, Fabio Orlando Editore, Palermo, 1997.
  • ALAIMO Francesco, Sicilia - natura e paesaggio, Fabio Orlando Editore, Palermo, 2005.
  • ANSELMO Vincenzo, La Quacella: Giardino Botanico delle Madonie, in «Sikania» anno XIII, n. 4, Aprile 1997, Krea, Palermo, 1997.
  • ANSELMO Vincenzo, Madonie. Giardino del Mediterraneo, in «Trekking&Outdoor» anno XXXI, n. 271, Clementi Editore, Genova, 2014.
  • ANSELMO Vincenzo, Madonie a piedi, Youcanprint, Tricase (LE), 2016.





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COME RAGGIUNGERE LA QUACELLA

Raggiungere Polizzi Generosa e poi prendere la SP 119 che sale verso Portella Colla - Piano Battaglia. Dopo alcuni chilometri, tra noccioleti e querceti, si raggiunge la base della Quacella. La strada procede dispiegando alla vista vaste e spettacolari panoramiche su gran parte della Sicilia centro-meridionale e, naturalmente, sull'anfiteatro naturale della Quacella.


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