Polizzi Generosa, monumenti e splendori di un’antica città demaniale

© Testo e foto di Vincenzo ANSELMO

Cittadina nobile e dalle innumerevoli emergenze monumentali, artistiche, ambientali e storico-culturali quella di Polizzi Generosa. Essa si adagia su un alto sperone che staccandosi dalle vette più alte delle Madonie meridionali si protende verso la valle dell’Imera Settentrionale. Ampi e spettacolari sono quindi le panoramiche che offre: da un lato le alte vette dell’Appennino Siculo - dove si snodano alcuni dei sentieri più belli delle Madonie e crescono, allo stato spontaneo, gli unici esemplari al mondo di abete delle Madonie - che fanno da corona alla valle degli orti e dei noccioleti; dall’altro lato una lunga teoria di dolci rilievi che si susseguono fino alle province di Agrigento e Caltanissetta.
Polizzi Generosa con la caratteristica maretta La cittadina si può raggiungere da tre diverse vie e da ognuna, una volta che si mostra - subito dopo una curva, un valico, o tra quinte di boschi - se ne ha un’impressione differente. La panoramica più bella, però, molto probabilmente si gode arrivando dalla strada della montagna, soprattutto quando le nuvole si stratificano alle quote più basse creando la caratteristica “maretta” e la cittadina sembra fluttuare in un mare di nuvole, in attesa di prendere il largo.
Le origini di Polizzi Generosa sono molto antiche. Alcuni studiosi ipotizzano che sia l’Atene siciliana di cui parla Diodoro Siculo. Altri che sia stata fondata dai bizantini. Di certo c’è, e questo lo confermano i numerosi reperti archeologici del IV-II secolo a.C. ritrovati nel corso degli anni, che Polizzi è stata abitata fin dall’antichità, mentre il nucleo attuale, molto probabilmente, si sia sviluppato durante la dominazione bizantina. Notevole sviluppo ebbe poi con l’arrivo dei Normanni e ancora di più nei secoli a venire divenendo una delle città più importanti della Sicilia e tra le poche città demaniali dell’isola. Federico II le attribuì il titolo di Generosa e nel corso dei secoli diede ospitalità a diversi regnanti. Tra essi si ricordano: la regina Elisabetta, moglie di Pietro II d'Aragona, che qui fondò il Monastero di Santa Margherita; il figlio Lodovico, re di Trinacria; la regina Maria, moglie di Martino il Giovane; la regina Bianca di Navarra e l'Imperatore Carlo V. Questo favorì la crescita di Polizzi e le permise di arricchirsi di tanti beni monumentali e artistici che oggi si possono ammirare nel loro splendore.
Una volta giunti nel centro abitato (scarica la mappa di Polizzi Generosa) si consiglia di raggiungere subito Piazza Umberto I ed iniziare il “raccolto” itinerario di visita qui proposto. Presa la Via Mariano Rampolla, dove prospetta la casa in cui nacque il celebre prelato che fu Segretario di Stato di Leone XIII e non divenne papa per il veto dell'imperatore d'Austria, si raggiunge Palazzo Gagliardo, costruito a partire dalla seconda metà del XVI sec., di cui colpiscono i cantonali, ornati da eleganti bugnati, e il portale, tipici del manierismo maturo.
Il portico della Chiesa Madre di Polizzi Generosa Poco più avanti si trova la Chiesa Madre che molti ritengono sia stata costruita all’arrivo dei normanni e fatta ampliare dalla contessa Adelasia, nipote di re Ruggero. A noi è giunta nella forma assunta dopo il totale rifacimento del 1764 ed i successivi interventi dell’Ottocento. Della struttura più antica rimane solo una parte del muro lungo il lato meridionale, con il bel portale tardo-gotico di San Cristoforo e due finestre ogivali. Al suo interno si conservano opere di grande pregio, da fare invidia ai più grandi musei, tra cui il trittico fiammingo raffigurante la Vergine con il Bambino tra angeli cantori, musicanti, Santa Caterina d'Alessandria e Santa Barbara, attribuita a diversi autori tra cui Van Eych, Memling, Van Der Goes e recentemente a Van Der Weyden; l’arca marmorea di San Gandolfo, tra i capolavori di Domenico Gagini, del 1482; l'arca d'argento di San Gandolfo, che accoglie le spoglie del Santo, realizzata a partire dal 1549 da Andrea di Leo e completata molti anni dopo con l'intervento di diversi altri artisti tra cui Giuseppe Gagini e Giuseppe Li Muli; il preziosissimo Ostensorio d'argento a più piani, realizzato da Nibilio Gagini nel 1586; un interessante calice in argento dorato, di autore ignoto, del secolo XVI; numerosi dipinti e altre sculture di artisti quali Giuliano Mancino, Bartolomeo Berrettaro, Francesco del Mastro, Giuseppe Salerno.



Di fronte alla Chiesa Madre si trova la Chiesa di San Gandolfo La Povera all'interno della quale si conservano due tele raffiguranti San Gandolfo, rispettivamente dello spagnolo Johannes de Matta e di Giuseppe Salerno.
Scesi nella vicina Via Carlo V si raggiunge la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nota come Badia Nuova, costruita, con l’annesso monastero non più esistente ed appartenente all'ordine benedettino, nel 1499. All'interno si può ammirare una monumentale custodia barocca in legno dorato realizzata nel 1697 dallo scultore polizzano Pietro Bencivinni.
Arca marmorea di San Gandolfo dello scultore Domenico Gagini Più avanti si trova la Chiesa di San Nicolò de’ Franchis, una delle più antiche di Polizzi, dove nel 1260 morì, in fama di santità, il francescano Gandolfo da Binasco. Subito dopo la Chiesa di Santa Margherita o Badia Vecchia che insieme al monastero, oggi non più esistente, furono costruiti del XV secolo. Nella chiesa si conservano diverse opere tra cui una statua in marmo di Santa Margherita, dello scultore Domenico Gagini e suoi collaboratori; una tela raffigurante San Benedetto, di Giuseppe Salerno; una interessante cancellata in ferro battuto di artigianato locale.
Salendo per il Vicolo Notarbartolo si ammira il prospetto di quella che fu la Chiesa di San Francesco, una tra le più importanti di Polizzi, oggi trasformata in auditorium dotato di una interessante copertura a capriate. Subito dopo si trova la Piazza Castello con, in alto, i pochi resti della Chiesa di Santa Maria del Castello e l'ex Palazzo Notarbartolo. Una parte di questo antico palazzo oggi ospita il Museo Ambientalistico Madonita dove si conservano esemplari imbalsamati di fauna siciliana e madonita in particolare. I pochi resti del castello, invece, si trovano all’interno del Giardino Casale.
Ritornati in Piazza Umberto I si procede per Via Garibaldi dove si incontra l'imponente complesso architettonico della Chiesa di San Girolamo (attualmente, purtroppo, chiusa). La chiesa, con pianta ottagonale, fu progettata dall'architetto gesuita Angelo Italia e conserva un interessante portale in pietra intagliata in stile barocco.
Attiguo alla chiesa è l'ex convento dei Gesuiti, oggi adibito a sede del Comune. L'edificio ospita anche il Civico Museo Archeologico, dove sono esposti numerosi reperti, del IV-II sec. a.C., provenienti dalla necropoli ellenistica di San Pietro; la Biblioteca Comunale Lancia di Brolo, che vanta migliaia di volumi tra cui diversi incunaboli, cinquecentine e seicentine; il Museo del Giocattolo Antico.
Domina la scenografica scalinata, subito dopo sulla destra, la facciata del palazzo dei baroni Gagliardo di Carpinello. Continuando lungo la via principale della cittadina si incontra la casa dello stilista Domenico Dolce e poi si arriva in Piazza Trinità che, secondo i capricci della tramontana, si apre in un meraviglioso scenario fatti di monti, valli, colline e, sullo sfondo guardando verso nordest, due spicchi di mare al di qua e al di là del monte che ospita le rovine di Solunto. Indimenticabili certi tramonti che si godono da questo belvedere.



Nella piazza prospettano la Chiesa di Santa Maria lo Piano e l’ex chiesa della SS. Trinità dei Cavalieri Teutonici, oggi abitazione privata. A valle della piazza, invece, si trova il complesso della Casa Giuseppe Antonio Borgese.
Chiesa della Commenda dell'ordine dei Cavalieri di Malta Fin qui, in modo succinto, un po’ del vasto patrimonio che la cittadina conserva, perché molto altro ci sarebbe ancora. Per chi ha voglio di continuare con le scoperte si segnalano, brevemente, quest’altre opere: la statua lignea di Sant'Orsola (Chiesa di Sant’Orsola); la tela raffigurante Il ritorno della Sacra Famiglia dall'Egitto di Giuseppe Salerno (Chiesa di Santa Maria degli Schiavi); le statue lignee di San Rocco e San Giovanni Battista (Chiesa di Santa Caterina). Da non tralasciare una visita agli scenografici ruderi della Commenda dell'Ordine Sovrano Militare di Malta, nella periferia meridionale.
Un viaggio a Polizzi non può certamente concludersi con la passeggiata nel centro urbano e la visita dei monumenti e delle opere d’arte, perché vasto è anche il patrimonio gastronomico. Bisogna quindi sedersi anche a tavola per gustare alcune prelibatezze. Sono diverse le tipicità locali: ci sono il fagiolo badda e il peperone di Polizzi, entrambi presidi Slow Food, da secoli coltivati esclusivamente negli orti a valle dei monti più alti delle Madonie; c’è lo sfoglio, torta a base di tuma, per secoli preparato dalle monache del monastero benedettino di Santa Margherita e dopo la soppressione degli ordini religiosi da tutte le famiglie polizzane che continuano a prepararlo nelle grandi occasioni; c’è il cunigghiu, piatto natalizio a base di verdure (niente carne di coniglio!); ci sono tanti altri piatti originali realizzati con i genuini prodotti del territorio. Come penso si sia ben capito c’è molto anche per palati fini.

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Ottobre 2018


PER SAPERNE DI PIÙ:
  • ABBATE Vincenzo, Polizzi. I grandi momenti dell’arte, Associazione Culturale Naftolia, Polizzi Generosa, 1997.
  • ABBATE Vincenzo, Inventario polizzano, Edizioni Grifo, Palermo, 1992.
  • ANSELMO Salvatore, Polizzi. Tesori di una Città Demaniale, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta, 2006.
  • ANSELMO Salvatore, Pietro Bencivinni “magister civitatis Politii” e la scultura lignea nelle Madonie, Plumelia Edizioni, Palermo, 2009.
  • ANSELMO Vincenzo, Polizzi Generosa. 25 secoli di storia raccontati dalle pietre, Ed. Artimmagine, Polizzi Generosa, 2006.
  • FARELLA Flaviano Domenico, Stradario storico di Polizzi Generosa, Edizioni Fiamma Serafica, Palermo, 1977.
  • SALAMONE CRISTODARO Celestina, Polizzi d’altri tempi, Romano Editore, Palermo, 1987.
  • SALAMONE CRISTODARO Celestina, Polizzi del passato, Edizioni Grifo, Palermo, 1990.
  • SAMMARCO D., MARRAMALDO M., Polizzi, generosa anche a tavola, Associazione Culturale Naftolia, Polizzi Generosa, 1992.



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COSA FARE

Una volta a Polizzi è assolutamente da evitare di tralasciare una qualche passeggiata lungo i sentieri che si snodano tra gli articolati monti che circondano la cittadina. Si tratta di sentieri a volte facili e a portata di tutti, altre volte più impegnativi ma sempre in grado di offrire spettacoli grandiosi, come alle Serre della Quacella, a Piano Cervi, a Monte Mùfara. Questo territorio è ricco di emergenze naturalistiche di grande rilievo. Si pensi che nell’area tra Vallone Madonna degli Angeli e Monte Cavallo si trovano gli unici esemplari al mondo (30 alberi adulti spontanei) di abete delle Madonie (Abies nebrodensis).


EVENTI E MANIFESTAZIONI

FESTA DEL SS. CROCIFISSO
I festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso iniziano la mattina del giorno uno maggio, con la cosiddetta Scinnuta du Signuri, e si concludono il quattro maggio. Giorno clou dei festeggiamenti è il tre quando le strade si animano fin dalle primissime ore del mattino con la Furriata du Patri Nuastru e la Arricugghiuta da cira (raccolta della cera). Nel pomeriggio dello stesso giorno si svolge la solenne processione con il pregevole simulacro del Santissimo Crocifisso, opera di Francesco Gallusca.
FESTA DI SAN GANDOLFO
La cosiddetta Fera di San Gandolfo, nel corso della quale viene festeggiato il patrono di Polizzi Generosa, San Gandolfo da Binasco, si svolge dal sabato al lunedì a cavallo della terza domenica di settembre. Affascinante la processione pomeridiana di domenica, nel corso della quale viene portata in processione l’interessante arca d’argento che accoglie le spoglie del Santo.
FESTA DELLA NEVE
Curiosa manifestazione che viene organizzata la terza domenica di luglio di ogni anno dalla sezione CAI di Polizzi Generosa con l'intento di rievocare un antico mestiere oggi del tutto scomparso, quello dei nivalora, commercianti di neve. Nel corso della manifestazione si raggiunge Piano Battaglia e poi si sale per ripidi e pietrosi sentieri fino a Piano della Principessa dove si trova un nevaio e dove spesso si conserva la neve ghiacciata fino in piena estate. Qui viene poi preparata la granita utilizzando tecniche antiche.


PRODOTTI TIPICI E ARTIGIANATO

Oltre alle tante tipicità gastronomiche locali di cui si è detto brevemente sopra si segnala l’interessante ceramica artistica prodotta in due distinti laboratori artigianali.


CURIOSITÀ: DUE MONASTERI BENEDETTINI A POLIZZI

Due monasteri femminili (Santa Margherita e Santa Maria delle Grazie) appartenenti ad uno stesso ordine, quello benedettino, sembrano un po' troppo per un piccolo centro, eppure a Polizzi sono esistiti ed anche a poca distanza l'uno dall'altro, praticamente si guardavano. La costruzione del secondo, più che per sentimento religioso, si deve alla contrapposizione tra due famiglie, i La Matina e i Signorino. Successe che alla morte della badessa del convento di Santa Margherita, Donna Preziosa Pigneri, doveva succederle, per sua stessa volontà, Suor Scolastica Signorino. In realtà al momento dell’elezione venne proclamata badessa Donna Lucrezia La Matina, nonostante questa era già badessa del monastero di Santa Maria La Nuova di Caltavuturo. Per una famiglia nobile avere una badessa significava poter controllare il patrimonio del convento, e quello di Santa Margherita era vastissimo. I La Matina, che già in passato avevano avuto una badessa in quel convento, non potevano sprecare un’occasione del genere e fecero di tutto per far votare la sorella. Fu così che la famiglia Signorino non accettando, naturalmente, questo sgarbo, fece costruire un nuovo convento dove la sorella potè diventare badessa. Questo però non le consenti di controllare il vasto patrimonio del monastero di Santa Margherita e così le controversie perdurarono per molti anni.


QUALCHE DRITTA

Il patrimonio presente nella cittadina è notevole. Questo, per assurdo, rende la sua fruizione complicata e difficile, perché la non regolare presenza di visitatori e la ristrettezza dei bilanci dei piccoli enti impediscono di potersi dotare di personale che assicurino l’apertura di tutto con un orario regolare. Per evitare, quindi, di trovarsi davanti a porte chiuse, si consiglia di effettuare, prima della visita, qualche telefonata per informarsi sugli orari di apertura delle strutture o concordare un’eventuale apertura straordinaria. Alcuni volontari si prodigano per assicurare l’apertura della Chiesa Madre e di qualche altra chiesa (tel. 345 6251280).
Per la visita del Civico Museo Archeologico e del Museo del Giocattolo Antico contattare gli uffici della Biblioteca Comunale (tel. 0921 551613 - 551632).
Per la visita del Museo Ambientalistico Madonita (privato) telefonare al 329 2250048..


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